Winehappenings: le cene in vigna di Tenuta Vitalonga con vini, musica e produzioni contadine. Il piacere del convivio sostenibile
Si arriva a Ficulle dal basso, sfidando tornanti cavillosi e salite tribolate. Dapprima lo sguardo soffre l’angusto orizzonte, poi, appena giunti in paese, subitamente si dilata: a destra, l’ampia valle che confina con gli spalti del Cetona; a sinistra, le boscose terre del Chiani, l’antico e allora temibile Clanis che Nerone, così narrano le cronache, provò a domare costruendo, sotto Carnaiola, il “Muro Grosso”. Si oltrepassa Ficulle sempre in salita, a guadagnare paesaggi ancora più ariosi che si aprono sull’Amiata, sulle colline del Paglia, sulla rupe di Orvieto. Una strada sterrata sulla destra ci invita dentro le terre di Tenuta Vitalonga. Un’isola-promontorio circondata da boschi, venti ettari di vigna biologica, un piccolo vigneto maritato, una cantina, un orto medievale, una dinamica osteria, una bella compagine di persone al lavoro guidata da Luigi e Francesco Maravalle..
Winehappenings è la formula estiva di Tenuta Vitalonga inventata allo scopo di promuovere il paniere di territorio attraverso un ciclo di appuntamenti settimanali (ogni venerdì, a volte anche di sabato). In scena ci sono gli esemplari più seducenti della cantina Vitalonga assieme a una selezione di prodotti di pregio realizzati da contadini resistenti, da piccole e tenacissime aziende agricole, da artigiani coraggiosi. Winehappenings si compone di due momenti separati: un aperitivo (“Aperitivino”) e una cena. Come nelle sinfonie mozartiane, c’è un motivo conduttore presentato in forma sintetica nella prima parte e c’è uno sviluppo affrontato nella seconda parte. La cena è allestita tra i filari di Montepulciano e Cabernet, illuminata da candele e dai colori di tramonti in cerca di tele. Infine c’è la musica live: swing, jazz, folk, musica d’autore, bossa nova…
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“La filiera corta – spiegano Luigi e Francesco – non è una moda ma una cura, un progetto, una forma illuminata di etica. Far crescere un territorio nella qualità, nell’offerta enogastronomica, nella consapevolezza di un necessario pensiero ecosistemico, fa bene a tutti: a chi lo abita, alle aziende agricole e anche al vino”.
Luigi e Francesco non amano fare i profeti. Amano fare. Punto. Quindi sono partiti da Vitalonga: prima l’agricoltura biologica, poi la cura di siepi e margini, il recupero del vigneto “maritato”, l’orto medievale, i frutteti delle varietà a rischio di estinzione, il bosco, le grotte etrusche. Un lavoro in corso, paziente, gravoso, elettrizzante. Si cominciano a vedere i primi esiti. Nel prossimo futuro, un vino nelle anfore di terracotta di Ficulle, una selezione di bottiglie del vigneto maritato, un nuovo bianco…
Il viaggio verso Tenuta Vitalonga vale la salita: troverete persone accoglienti, allegre, gentili. La conoscenza diretta di Luigi e Francesco è d’ausilio alla conoscenza del vino di Tenuta Vitalonga. In questo aveva ragione in grande Mario Soldati: “Il vino è come la poesia, che si gusta meglio, e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo, La nobilità del vino è proprio questa; che non è mai un oggetto staccato e astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere , o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati”.
Il vino di Luigi e Francesco non è un oggetto astratto. Dentro ci sta la terra con i fossili del Pliocene e le microzonazioni, gli orizzonti che si aprono verso la Toscana e il Lazio, la leggera brezza che accarezza e fa respirare le uve, la passione di una bella comunità che ha messo insieme grandi e piccoli per costruire un sogno possibile, fatto di agricoltura biologica, biodiversità, recuperi di storie agricole passate, cultura e piaceri conviviali. Un sogno (ecologico) che vale la pena di conoscere…